Il paradiso al primo piano
di Tullio Pironti
pagine 193 € 12,00
isbn 9788879374743
"Ma cosa significa essere uno scrittore?"
Pedro Juan Gutièrrez, risponde nel "Nido del Serpente":
(...) Scrivere è un mestiere diabolico (...) bisogna tirare fuori la rabbia e la pazzia,ma con naturalezza, in modo che non sembri letteratura.Bisogna costruire un universo personale e poi nascondere le impalcature.Il lettore deve convincersi che il libro è stato scritto senza nessuno sforzo,come la corsa delle gazzelle.
Una gazzella corre come se non avesse i muscoli e non si stancasse.
Tullio Pironti sembra aver preso alla lettera la risposta dello scrittore cubano, ma , anzichè una gazzella,visti i suoi trascorsi sportivi, mi sembra un peso welter, scattante e leggero sul ring, descrive i cazzoti che ha preso e ha restituito, descrive la voglia di fuggire e la voglia di combattere.Ci descrive la famiglia, quella italiana di un tempo fatta di padri sempre pronti al sacrificio per i figli ,di madri apprensive, mogli gelose ma pronte a rimboccarsi le maniche e rimettere ordine dove i mariti hanno fallito,madri pronte a dare la vita per tutti.
Pironti racconta quella ingarbugliata matassa di fisicità e sentimenti chiamata adolescenza.
Con semplicità ci offre il filo della matassa, ci racconta di un ragazzino che manda al diavolo la scuola, cerca la sua strada sul ring, conosce l'amore mercenario, poi quello vero, riscopre i libri, prima da vendere per far soldi, poi da leggere per crescere, racconta i vizi come il poker,le attrici e le ballerine ma anche i pregi che trascinano un uomo fuori dal tunnel.
C'è gioia,dolore, amicizia,c'è Napoli in questo libro: città puttana, amante,moglie e madre.
Clint Eastwood in "Million Dollar Baby" chede alla bellissima Hilary Swank:
"Sai qual'è il fascino del pugilato? Funziona al contrario della vita,sul ring vai incontro al dolore, con la
consapevolezza che tutto quello che potrebbe farti male ce l'hai
davanti, non ci sono traditori,bugie , c'è onore, c'è la follia di rischiare tutto per un sogno che nessuno vede,tranne te.
Nella scena finale di "Million Dollar Baby",Frankie, il protagonista, si avvicina a Maggie sul letto di morte e le rivela il significato del nomignolo che le aveva attribuito: Mo Cùishle, ovvero «"mio sangue", nel libro di Tullio Pironti c'è la descrizione della morte della madre, toccante è il momento nel quale con gli occhi la donna cerca e trova gli occhi dell'uomo che ha amato tutta la vita.
In questa scena, in quegli occhi c'è quello che noi Napoletani chiamiamo Mo Cùishle, "mio sangue, mio tesoro."
di Luigi De Rosa
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