Se Steve Jobs fosse nato a Napoli
di Antonio Menna
Sperling & Kupfer editore
Chi ha letto il libro sa che Menna, nel raccontare l'avventura di due ragazzi figli di mercatali, che in un garage ai Quartieri Spagnoli, inventano un nuovo computer e sperano di cogliere lo stesso successo di Steve Jobs andando però incontro a numerosi ostacoli, dalla burocrazia asfissiante e ottusa alla camorra profittatrice, ci offre una visione onesta,intelligente ed acuta del contesto napoletano ed alla fine sembrerebbe darci questa risposta: no!, se Steve fosse nato a Napoli,non avrebbe avuto successo.
In realtà come sempre, la realtà ha superato la fantasia, Antonio Menna, nato a Potenza, trasferitosi a Napoli, semplice collaboratore del Mattino, dopo un normale post, una sera d'inverno, viene investito dal successo, un impreditore, la Sperling & Kupfer, crede nella sua idea ed il ragazzo vende 15mila copie in Italia! Dunque non crediamo alle favole, conosciamo la nostra realtà, ma non smetteremo di sognare!
"stay hungry, stay foolish"
di Luigi De Rosa
di Antonio Menna
Sperling & Kupfer editore
Antonio Menna, scrittore, ospite a Piano di Sorrento del terzo appuntamento della rassegna letteraria:"i Salotti del Venerdì", è arrivato trafelato in tarda serata all'incontro,sopravvissuto alla calura e soprattutto al traffico caotico della statale sorrentina,in parte ripagato dallo splendido panorama che si gode dalla terrazza dell'antica villa dei Principi De Sangro di Fondi, dove si tiene settimanalmente la kermesse culturale. Ieri sera in particolare il Sole si è tuffato nelle acque del Golfo di Surriento non prima di aver stemperato il suo rosso sui costoni e le spiagge che abbracciano il mare, con quei giochi di luce che solo l'occhio mitico di Eduardo De Martino sapeva riprodurre su tela.
Lo scrittore intervistato da Vincenzo Iurillo,moderatore della serata, ha intrattenuto gli appassionati lettori con quella straordinaria avventura letteraria che è stata ed è " Se Steve Jobs fosse nato a Napoli". Antonio ci ha raccontato che il 5 ottobre del 2011,appresa la notizia della scomparsa del fondatore della Apple,Steve Jobs, di getto, sul suo blog, scriveva un post,fra il serio e il faceto, interrogandosi su cosa possa determinare il successo o l'insuccesso nella vita e soprattutto se il contesto dove si nasce possa incidere o meno sul risultato finale. Domanda alla quale credo nessun sociologo saprebbe dare una risposta esaustiva, ma al contempo intrigante, tant'è che il giorno successivo, il contatore delle visite al suo blog, che solitamente era fermo a cinquanta, era balzato a settemila per giungere sulle centomila dopo appena quattro giorni. Il successo risveglia l'attenzione dei media,prima il Corriere della Sera,infine la RAI con Uno "Mappina", ops, scusate il refuso, UNO MATTINA che fra una muta di cagnolini ed altri ospiti in batteria, l'intervistarono. Dalle trasmissioni televisive poi il passo è stato breve nello studio di un editor di grido,infine la stampa per Sperling & Kupfer che conta 15.000 copie vendute!Chi ha letto il libro sa che Menna, nel raccontare l'avventura di due ragazzi figli di mercatali, che in un garage ai Quartieri Spagnoli, inventano un nuovo computer e sperano di cogliere lo stesso successo di Steve Jobs andando però incontro a numerosi ostacoli, dalla burocrazia asfissiante e ottusa alla camorra profittatrice, ci offre una visione onesta,intelligente ed acuta del contesto napoletano ed alla fine sembrerebbe darci questa risposta: no!, se Steve fosse nato a Napoli,non avrebbe avuto successo.
In realtà come sempre, la realtà ha superato la fantasia, Antonio Menna, nato a Potenza, trasferitosi a Napoli, semplice collaboratore del Mattino, dopo un normale post, una sera d'inverno, viene investito dal successo, un impreditore, la Sperling & Kupfer, crede nella sua idea ed il ragazzo vende 15mila copie in Italia! Dunque non crediamo alle favole, conosciamo la nostra realtà, ma non smetteremo di sognare!
"stay hungry, stay foolish"
di Luigi De Rosa
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