28 feb 2013

Il desiderio invincibile di emozionarsi ancora

Rachele La Rotonda con il marito Luigi Compagnone
Poesie d'Amore
 di Luigi Compagnone
Prefazione di Raffaele La Capria
 Compagnia dei Trovatori
pagine 96 € 15,00
isbn 9788898180028






A proposito di questo Canzoniere che lo scrittore napoletano Luigi Compagnone ha scritto per "Chellina" ,la sua amatissima moglie, la poetessa e pittrice Rechele La Rotonda,Antonio Franchini scrive che è "segnato da un disincanto ruggente,dall'asperità e dall'esperienza,dal desiderio invincibile di emozionarsi ancora",mentre Antonella Anedda afferma che "in queste poesie d'amore c'è la capacità di ascoltare il silenzio per sentire meglio i passi di chi è assente".Giuseppe Montesano dice "che è una voce che sale e scende,si avvolge,raspa,si arrochisce e scava,si abbassa fino al sussurro e si leva quasi nel grido, e poi gioca e accarezza, ma è anche una voce borbottante,  limpida,tenera,straziata,dolce,remota,una voce che riesce a strappare poesia a un paio di pantofole vecchie o al dio nemico, e non c'è dubbio che è la sua voce, la voce di Compagnone, che in questo regalo postumo delle Poesie d'amore fischietta e mormora metri e versi..."
Io che sono nessuno e ho avuto la fortuna di leggerle Vi dico: "regalatele quando vi mancano le parole per dire ad una donna quello che provate per lei ed un "Ti amo" sarebbe troppo stringato e avaro".
 a cura di Luigi De Rosa 

Non posso darti di più
Non sono più di quel che sono.

Ah, come vorrei essere
sabbia,sole,estate.
E stenderti
riposata a riposare.
E all'andar via
mi lasciassi il tuo corpo,
orma tenera,
tepida inobliabile.
E con te se ne andasse
su di te il mio lento bacio
dalla nuca al tallone.

Ah,come vorrei essere
vetro,stoffa, o legno
 che serba qui il suo colore,
il suo profumo, ed è nato
a tremila chilometri.

Essere
la materia che ti piace,
che tutti i giorni tocchi
e vedi ormai senza guardare
intorno a te le cose
-collana,boccetta,seta antica-
che quando ne senti al mancanza
domandi : "Ma dove sta?"

E come vorrei essere
una gioia fra tutte,
una sola, la gioia
di cui gioiresti tu.
Un amore,un solo amore
di cui tu t'innamorassi.

Ma io,
non sono più di quel che sono.

di Luigi Compagnone da Poesie d'Amore Compagnia dei Trovatori,2013






E il peggio è che, tutto quello che scopro, devo gridarlo intorno. Come un amante, come un ubriaco, come un traditore da "Vita di Galileo" di Bertolt Brecht



Mala Politica
di Tonino Scala
edizioni CentoAutori pagine 118 € 11,00
Luigi De Rosa e Tonino Scala
isbn 9788897121671



Se vi dovesse capitare di visitare la Renania,fermatevi a Krefeld, bella cittadina menzionata già da Tacito nei suoi scritti
nel 69 d.C. con il nome latino di Gelduba, accampamento nei pressi del fiume per centinaia di legionari.Proseguendo la vostra visita, all’incrocio della parte meridionale e orientale dell’antica cerchia di mura, vi imbatterete in un monumento, quello al tessitore della seta, Mastro Ponzelar. Krefeld infatti, secoli dopo i Romani, grazie alla fatica di migliaia di operai divenne per tutti i Tedeschi la città del velluto e della seta.
 Mentre Mastro Ponzelar, su al Nord, portava i suoi tessuti a vendere nei mercati,a migliaia di chilometri più a Sud dei monaci benedettini ,sbarcati in due piccole insenature quelle di Arienzo e dello Scaricatoio, in Penisola Sorrentina, si arrampicavano sui Monti Lattari per sfuggire ai Saraceni e ad Astapiana e a Cermenna mettevano a dimora il loro prezioso carico ,alberelli di Gelso, che avrebbero nutrito i bachi: ancora la seta.Quando ho cominciato a leggere "Mala Politica" di Tonino Scala ho pensato alla sua famiglia che emigrava  a Krefeld dove l'autore è nato. Ho pensato al "tessuto operaio" ancor più prezioso della seta che c'era in quella città e allo stesso "tessuto operaio" che ritroverà anni dopo a Castellammare di Stabia in Penisola Sorrentina quando lo stesso autore farà ritorno in patria.Questi 25 racconti di Tonino Scala "filano" storie operaie fatte di coraggio,sofferenza,dignità e spesso soprusi.
Tornando alla metafora della seta che appartiene alla nostra cultura contadina, i bozzoli dei bachi non sono tutti uguali, ci sono quelli dai quali si ricavano fili lucenti, quelli di minore qualità prodotti dai bruchi che vivono allo stato selvatico e quelli prodotti dai bozzoli danneggiati molto meno pregiati;in questi racconti l'autore carda e fila con parole semplici e osservazioni acute storie di padri e mariti che si battono in fabbrica per un futuro migliore da consegnare ai loro figli,storie di gente che vive la vita da parassita:violentando,assassinando e deturpando il territorio,storie di gente che ficca la testa nella sabbia, storie di gente che decide di curare solo il proprio orticello,storie di gente che è nata nel posto "sbagliato",penso a Scanzano di Castellammare come a Scampia di Napoli , ma non si arrende al degrado, gente che è vissuta nel posto giusto,penso alla Milano di "O prufessore" alias Mario Imparato, che ad un certo punto è tornato a casa, ha gettato alle ortiche una possibile laurea, un lavoro onesto ed ha scelto di diventare uno dei boss più feroci dei Monti Lattati.
Sala "Annibale Ruccello"
Tonino Scala dipana misteri e inciuci della mala politica che ha trasformato la nostra regione,
da Campania Felix in Campania Infelix ,i nostri antenati ci avevano consegnato organzino lucente  e noi siamo stati capaci di trasformarlo in filaticcio scadente.

di Luigi De Rosa







27 feb 2013

Musica per un amico,ricordando Ciro Giovanni Strano



Nessuno m’ha mai detto “Volerai”. Nessuno m’ha promesso “Non morirai”. Eppur senz’ali ho già volato tanto e “ora” senza alcun rimpianto, di promesse mancate, di cose incompiute, senza pena aggiunta mi preparo a volare un’altra volta.
Tiziano Terzani, “La fine è il mio inizio”

Musica per un amico,ricordando Ciro Giovanni Strano

di Beniamino Cuomo 


In memoriam

Pediatra
Ciro Giovanni Strano

·       9 marzo 2013 ore 19,00
Vico Equense
Sala Polifunzionale S.S. Trinità


Coro Genesi

Direttore
M.° Roberto Altieri
Soprano
Annamaria Gargiulo
 Al pianoforte
Antonino De Rosa


                                          Musiche di :                                         
  C. Bixio, G. Puccini,
F. Schubert, G. Verdi




·       10 marzo 2013 ore 18,30

Piano di Sorrento
Via delle Rose
Sala Polifunzionale Biblioteca Comunale


Quartetto d’ archi  MITJA:

Giorgiana Strazzullo , vl    Sergio Martinoli, vl

Carmine Caniani, vla    Adriano Melucci, vlc

Programma:
·         Nikosi sikelele( tradizionale zulu)

·       A. Dvorak:
         Quartetto “Americano” op. 96

·         A. Piazzolla:  
          Adios Nonino
 






Uomini,iguane,conigli e quaquaraqua

Bentornati in casa Esposito
di Pino Imperatore
Giunti pagine 286 € 10,00

Tonino Esposito è tutto tranne che un boss:imbranato e privo di carisma.
Suo padre invece, don Gennaro Esposito, era il boss del rione Sanità,quartiere storico di Napoli, uomo spietato e senza scrupoli, assassinato in un tipico agguato di camorra.Al posto del vecchio boss viene scelto Pietro De Luca detto 'o Terremoto, luogotenente del vecchio e probabilmente fra i mandanti dell'omicidio.La Camorra infatti è spietata,ignorante e feroce, i boss come i leoni della Savana, si battono per il controllo del territorio e come i grossi felini, quando sono ormai vecchi e malati,  vengono eliminati senza pietà dai giovani che ne erediteranno il potere e i privilegi.  
Tonino "campa" grazie ad un sussidio molto generoso che gli passa il nuovo capo clan, ma il figlio di don Gennaro ha il suo amor proprio,rivendica un ruolo  attivo e non parassitario nel clan,che gli viene definitivamente negato quando ,messo per l'ennesima volta alla prova con la gestione di una ditta di pompe funebri, fallisce miseramente.Così o' Terremoto per non ammazzarlo ma toglierselo dai piedi, lo pone "agli arresti domiciliari"; Tonino sarà dunque guardato a vista da due picciotti fedeli a De Luca: Ciruzzo 'o Schiattamuorto e Tatore Mezarecchia che gli impediranno qualsiasi contatto col mondo esterno.Il resto della famiglia Esposito trascorre le giornate come la gente comune, Patrizia,moglie di Tonino, allatta i due gemellini appena nati,Totò e Peppina(povere creature !,che nomi gli hanno dato!); Tina la primogenita che frequenta il prestigioso Liceo "Vittorio Emanuele"è in piena crisi adolescenziale per lo scuorno di aver scoperto di essere  figlia di camorrista.Genny ,il secondogenito, "promette bene", frequenta le scuole elementari e rischia già di essere espulso dalla scuola per una truffa ai danni dei professori! Insomma la buonanima del nonno sarebbe fiera di lui.Intanto nel quartiere scoppia l'ennesima guerra di camorra, a Pietro De Luca ammazzano una sorella e nonostante l'intervento di don Francesco ,parroco del rione, l'escalation di morti ammazzati non si arresta,alla fine anche gli Esposito sono costretti a fuggire.Che ne sarà di loro?
Il romanzo di Pino Imperatore si riallaccia a quel genere letterario che ha inaugurato anni fa Luciano De Crescenzo, ma al tipico umorismo partenopeo fa da contraltare una condanna via via  più dura verso il malaffare.Mi è piaciuto il contrasto che nella narrazione diventa sempre più eclatante  fra la Napoli criminale, fatta di killer e vendette trasversali con l'altra Napoli, quella dell'arte e della cultura, rappresentata da brevi descrizioni di  Mergellina, Posillipo, S. Gregorio Armeno,il Cimitero delle Capuzzelle,il Parco Virgiliano, Via Toledo, Piazza Dante,etc etc
Napoli non è solo Gomorra!Questo romanzo narra la storia semplice di una famiglia "speciale" con un linguaggio chiaro e accattivante, può essere letto da adulti e bambini,sia del Nord che del Sud della nostra Penisola.
I lettori si divertiranno e probabilmente rifletteranno su fenomeni sociali molto pericolosi,ed è questo il suo grande merito, non finirà intonso negli scaffali di una libreria come molti trattati di criminologia,trastullo di tuttologi che sanno sempre perchè o percome Napoli e la Camorra sono così o cosà.Il vero successo per un libro che vuole criticare i fenomeni criminali si realizza quando a leggerlo saranno quante più persone. E' l'indignazione della massa che fa paura alla mafia e alla camorra non il grido del singolo che si perde nella folla degli indifferenti.
di Luigi De Rosa

26 feb 2013

"GOOOOOOD MORNING, CASTELLAMMARE!"

Buona fine e...buon principio
di Tonino Scala
edizioni CentoAutori pagine 94 € 10,00

"GOOOOOOD MORNING, CASTELLAMMARE!"
In realtà Adrian Cronauer, aviere americano e disk-jokey di Radio Saigon,magnificamente interpretato da Robin Williams nell'omonimo film, dal microfono dice "Vietnam" , ma mentre leggo il testo di Tonino Scala mi viene in mente proprio un vecchio disk-jokey che disilluso e amareggiato saluta la sua città, saluta la gente del popolo che comincia la sua quotidiana guerra per una vita dignitosa.
Il deejay-narratore guarda, da una qualsiasi delle finestre di uno dei quartieri della cittadina stabiese , i primi raggi del Sole accendere i lecci sul  monte Faito per poi precipitare a valle, tuffarsi, proprio come da millenni fanno le famose acque, nel mare di Napoli, soffiare via la foschia per far apparire Capri in lontananza. 05:00 la notte è passata, è il 31 dicembre e Totore è già da un paio d'ore  su quel dannato camion come ogni maledetto giorno che Dio manda sulla terra;Peppe si gira e rigira nel letto ha avuto un incubo,credeva che il suo sogno di diventare il "Costantino" di Castellammare,tronista adorato dalle donne fosse finito nello scarto dei pesci che pulisce ogni mattina nella sua pescheria.
"Nu napulitano nun è sempe allero,nun le basta 'o sole,tene troppe pensiere, dint' 'a chesta gara parte sempe areto corre tatt' 'a vita..." irrompono nella notte le note della prima delle tante canzoni  che faranno da colonna sonora a quest'ultimo giorno dell'anno, sono quelle mainconiche di Nino d'Angelo. 06:15 Domenico torna a casa dal mercato ittico,Michela sul motorino, senza casco, incinta di quattro mesi, "va per le case", fa la parrucchiera.Ore 07:30 Luigi ha finito di spazzare il vicolo,Titina beve il caffè lasciatole dal marito che si è recato a lavoro alle 5,mentre la signora Clementina va in chiesa."'E male lengue hanna schiattà" le parole ruffiane di Alberto Selly accompagnano queste vite di gente semplice. Ore 10:15 Imma  e Gaetano si abbracciano, sperano finalmente che la cura di ormoni abbia aiutato ovuli e spermatozoi a compiere quello che per loro sarà un miracolo: "Vorrei,come nei versi dei poeti,un diario dei segreti ma poi cosa vorrei,vorrei...cantano gli Stadio. Così continua il racconto di Scala, fra operai della Fincantieri alle prese con un futuro incerto,poliziotti che rischiano la vita e camorristi sfrontati e ancora gente comune che non si arrende alla fatica di vivere.Tutti questi personaggi ci consegnano un quadro ben delineato della vita reale di una città del Sud sanguigna,verace,malinconica e rassegnata.
Dopo il sound  graffiante di Enzo Avitabile che ha chiuso l'ultimo dell'anno ,Radio NRS manda in onda Salvatore Adamo con "La notte" :
Se il giorno posso non pensarti
la notte maledico te
e quando infine spunta l'alba
c'è solo vuoto intorno a me ...






Vincenzo Aiello e Tonino Scala
Rassegna "Libri Con-tatto" ultimo appuntamento   sabato 2 marzo ore 18:30 sala "Annibale Ruccello" presso il Cinema Montil a Castellammare di Stabia
ospite la scrittore Tonino Scala con il testo 
"Buona fine e...buon principio",modera Vincenzo Aiello.

24 feb 2013

Il dritto e il rovescio

La bella di Buenos Aires
di Manuel Vàzquez Montalbàn
Feltrinelli pagine 156 € 10,00



Manuel Vàsquez Montalbàn è uno di quei pochi scrittori al mondo che usa le parole come il lazo di un cowboy,ti aggancia dalla prima battuta e ti trascina nella sua fantasia, non riuscirai più a liberarti dalla corda, arrivato alla fine del libro ne cercherai un altro.  Pepe Carvalho,investigatore privato, con il suo fido aiutante Josep Plegamans Betriu detto Biscuter viene assunto da una professoressa argentina ,Dorotea Samuelson, per ritrovare quella che fu l'amante del marito,Rocco Cavalcanti, un'affascinante chica argentina di nome Helga Muchnik ,attrice da tutti conosciuta col nome d'arte,Helga Singer, che aveva lasciato il suo paese in cerca di fortuna in Spagna, presentandosi agli agenti teatrali catalani come l'Emmanuelle argentina.
Mentre Carvalho è alle prese con le bizze di Biscuter e le mezze verità di Dorotea, l'ispettore Lifante, poliziotto o semiologo?, ritrova nei pressi di Plaza Urquinaona,una fermata della metropolitana di Barcellona,il corpo senza vita di una barbona, chiamata "La Palita";la povera donna è stata pugnalata con ferocia più volte al cuore.Celso Cifuentes,poliziotto e"barbonologo", pensa subito ad un "regolamento di conti" fra miserabili, arresta e interroga ,Cayetano, barbone amante della Palita, ma durante l'interrogatorio emerge la vera identità della barbona. Quel corpo di donna obesa,devastato da anni di vita raminga , alcol e prostituzione appartiene a Helga Singer. Pepe Carvalho incontra Lifante, i due uomini sono decisi ad acciuffare l'assassino o gli assassini, all'inizio i loro sospetti si indirizzano proprio su Rocco Cavalcanti, ma quando anche quest'ultimo viene ritrovato morto,con la testa spappolata con una mazza da baseball, mentre strani uomini (servizi segreti argentini?) li seguono come ombre nei loro spostamenti, comprendono che la Palita era molto più di una barbona e molto meno di una grande attrice.Chi ha ucciso la bella di Buenos Aires e perchè?
Si può ancora scoprire la Verità o bisogna accontentarsi di confezionarla?

"Passi la vita come un verme a percorrere il dritto di una foglia desideroso di scoprire cosa c'è dall'altro lato.Cosa c'è? Il rovescio.E come un verme ti trascini per vedere cosa c'è oltre il rovescio.Cosa c'è?Il dritto".
Kazantzakis detto Zorba il Greco.



Sylvia Kristel in Emmanuelle;1974




Si vive una volta soltanto
bisogna imparare ad amare e a vivere
quando ancora non è tardi per credere
propizio il giorno a venire
meno duro
il selciato, meno buia la notte,
incerta la tristezza,
a volte bastano
due pagine di un libro per credere
eterna l’eternità, eterni
i tuoi baci
sempre tra il ricordo e la speranza.


Manuel Vàzquez Montalbàn   da “Il desiderio e la rosa”








19 feb 2013

"Tramatiche" suggestioni a Castellammare il 23 febbraio


Delia Morea,Donatella Gallone e Luigi De Rosa
La voce delle mani
di Delia Morea
ilmondodisuk pagine 110 €  11,00
isbn 9788896158043








Le mani di Anna,la protagonista del primo dei quattro testi teatrali che compongono questa raccolta, sono quelle di una vivandiera abituata a servire i soldati che si scannano sotto le mura d'Orleans.Sono mani segnate dalla fatica,callose e gonfie, ma salde come chi si aggrappa  per non annegare e con fortuna  trova uno scoglio, nel suo caso la Fede che le ha indicato l'amica-nemica Giovanna d'Arco.Grazie a questo scoglio lei si salva mentre Giovanna precipita.
Le mani di Elena sono quelle della donna tradita dalla famiglia e delusa da se stessa,sono mani che tremano,sono mani irrequiete e malinconiche, sono le mani di chi non trova più appigli e senso alla propria esistenza, si aggrappano anch'esse, ma per farla finita.Le mani di Emma sono sudate, si nascondono nelle tasche, mostrano il dorso e non i palmi,si chiudono come quelle che stringono ancora i trenta denari, mentre aperte,inermi,esangui,angeliche sono quelle dell'ex amica Eleonara Pimentel de Fonseca perchè è da una forca che gridano il loro dolore.  Le mani di Elisabbetta sono quelle che s'intrecciano nella preghiera,scivolano sui grani del Rosario.Sono mani felici,sfrontate, sono quelle guitte di quel mito del teatro che così bene ha descritto il professor Franco Carmelo Greco in "Pulcinella maschera del mondo".Le mani di Elisabetta e degli altri attori della sua compagnia sono le mani folli di "Anna Cappelli" di Annibale Ruccello, sono le migliaia di mani che ogni giorno da secoli incantano il pubblico del Teatro, sono tese verso tutti gli esseri umani, non fanno distinzioni di cultura,lingua,colore della pelle,religione e stato sociale, sono la parola più calda e rumorosa che l'uomo abbia inventato.

di Luigi De Rosa


"Tramatiche suggestioni" è un'espressione carpita alla bella prefazione a questo libro che firma un altro grande interprete del nostro Teatro ,Enzo Moscato,mi è subito piaciuta perchè sintetizza genialmente tutto quello che si può dire di un testo teatrale magnificamente scritto.




Rassegna "Libri Con-tatto" undicesimo appuntamento 
sabato 23 febbraio ore 18:30 sala "Annibale Ruccello" presso il Cinema Montil a Castellammare di Stabia ospite la scrittrice Delia Morea con il testo "La voce delle mani",modera Vincenzo Aiello.

18 feb 2013

Il lamento del cane

Briceida Cuevas,poetessa
"L'arrivo degli europei nelle Americhe si risolse in una tragedia per le popolazioni indigene. I dati sono evidenti: si stima che nel solo Messico ci sia stata, in meno di un secolo, la diminuzioni di circa 24 milioni di persone e che a livello globale il decremento sia stato di 70 milioni di esseri umani".
 di Roberto Rughi "La disputa sull'uguaglianza degli Indios".

Quando non c'è riconoscimento reciproco fra l'Io e l'Altro, si consumano le più grandi tragedie
umane.I vincitori di ogni guerra, in ogni epoca, hanno cercato di sottomettere se non cancellare gli sconfitti, soprattutto quando a muoverli è stata la più meschina delle condizioni umane:l'ignoranza che diventa azione criminale quando "il conquistatore" decide di "ignorare" volutamente tutto ciò che è altro da lui.
Ma la lingua di un popolo non è possibile cancellarla, nè servirà a molto ignorarla; essa ha la capacità di sopravvivere  lasciando traccia di sè anche  nella lingua del vincitore,  perchè essa è l'anima di un popolo e come tale non può essere distrutta.
Esempio di questo miracolo è la lingua Maya sopravvissuta alla barbarie dei Conquistadores. Briceida Cuevas è una poetessa Maya di Tepakàn,Calkinì,Campeche classe '69 , membro fondatore dell'Associazione di scrittori in lingue indigene del Messico che promuove la conoscenza di questa antica cultura in America Latina,Stati Uniti ed Europa.
Briceida Cueva è degno esempio di cosa voglia dire amare le proprie radici culturali.
A chi volesse approfondire la conoscenza della poesia e letteratura in lingua Maya,Tarasca o Nàuatl suggerisco l'articolo di Emilio Coco dal titolo "Sei poeti indigeni messicani" che troverete sul mensile Poesia n.279;2013 diretto da Nicola Crocetti. 

Frammento de "Il lamento del cane"
di Briceida Cuevas
Traduzione di Emilio Coco

VI

Chi offre la focaccia dura con la mano sinistra
e poi
tira fuori la destra per colpire?
Cane che non abbandoni il tuo padrone,
cane che non mordi il tuo signore,
cane che ami il tuo proprietario:
presta la tua lingua all'uomo
perchè coli la bava pure a lui,
bagni la terra,
e semini,come te,il senso dell'esistere.
Presta i tuoi occhi all'uomo
perchè guardi con la tua tristezza.
Presta la tua coda all'uomo
perchè la dimeni con la tua allegria,
quando lo chiameranno:pss,pss,pss;
perchè la nasconnda tra le gambe con la tua vergogna,
quando lo scacceranno:sciò sciò.
Prestagli il tuo naso
perchè annusi la bontà che solo esiste nelle mani del bambino.
Prestagli,
infine,le tue zane
perchè si morda la coscienza.



U Yok'ol awat peek'
di Briceida Cuevas
Editoto dalla Casa internazionale dello scrittore;1995 
Stato di Quintana Roo
(testo originale in lingua Maya)

¿U wak jàats ti' U Yok'ol awat peek'
Màaxe kutich'ik chuchul waaj yèetel u xts'ìik k'ab,
u ts'o'okole,
ku jòok'esik u xno'oj k'ab utia'al u jaats'?
Peek' ma tàan a p'atik a yuumij,

peek' ma tàan a chi'ik a yuumij,
peek' a yaamaj a yuumij:
Majant a waak' ti' wìinik
yo' olal u chooj xan u k'aab u chi',
ka' u ch'ul lu 'um,
ka' u pak' je'el bix teech,u na'atil kuxtal.
Majant a wich ti' wiìnik
yo'olal u pàakat yèetel a k'om òolal.
Majant a nej ti' wìinik
yo'olal u bik' ibi' ik' tik yèetel a ki' imak òolal
kun a' alak ti' bey utia' al u  t'aanala': ks ,ks,ks;
yo'olal u ta'akik ichil u yook yèetel a su' utal,
kun a' alak ti' bey utia'al u tojoch'iinta'ala':b'j,b'j,b'j,.
Majant a ni' ti' wìinik
yo'olal u u'usni'itik uts yaan chen tu k'ab chichàn paal.
Ja'alibe',
Majant a ts'a'ay ti' wìinik
ka' u chi' u tuukul.


a cura di  Luigi De Rosa

(le immagini presenti nel post sono tratte da internet , le poesie dalla rivista Poesia n.279 disponibile in liberia fino ad esaurimento copie)





16 feb 2013

Secondo me Donald Westlake ha un parente a Casoria e come tradizione di famiglia usa uno pseudonimo:Gianni Puca!

io sono un altro
di Gianni Puca
ad est dell'equatore pagine 136 € 10,00


Scrivere un giallo è impegnativo, spesso mi sono chiesto quali dettami si debbano seguire per realizzarne di appassionanti, la risposta l' ho avuta leggendo "Venti regole per scrivere un giallo" di Van Dine pseudonimo di Willard Huntington Wright, se poi alla trama poliziesca vogliamo aggiungere dello humour di qualità, la faccenda diventa assai delicata.
E' come cimentarsi nella realizzazione di quei piatti, che solo sulle riviste patinate sono gustosi e invitanti, ma che nella realtà basta sbagliare un ingrediente ed ecco il patatrac; dopo ore di duro lavoro, si è costretti a gettare tutto e ad andare al ristorante!
Fra i "cuochi" sopraffini nell'arte di creare simili pietanze , meravigliose se riescono!, conosco un'unica persona al mondo :Richard Stark pseudonimo per Tucker Coe che a sua volta è pseudonimo di  Samuel Holt che a sua volta è pseudonimo di Morgan J Cunningham che a sua volta è pseudonimo di Donald Edwin Edmund Westlake: Sì! , questo è il vero nome, finalmente!, del più grande umorista e giallista vissuto su questo pianeta fino al 31 dicembre del 2008. Dunque Gianni Puca ha tentato e secondo me è riuscito a seguire le orme lasciate da Westlake. In "io sono un altro" il protagonista del romanzo,Kerril, è un avvocato deluso dalla professione  che in acuni casi sembra  allontanarsi dall'idea di Giustizia con la G maiuscola, come lo è spesso la verità processuale da quella sostanziale.Dunque Kerril,appesa la toga al chiodo,decide di indossare la divisa di poliziotto e come commissario, con il fidato Palumbo tenta di riconquistare la tranquillità interiore che i rimorsi di coscienza gli avevano negato durante la precedente vita da principe del Foro, assicurando alla giustizia i deliquenti che prima per professione era costretto a difendere.
 Nella prima indagine l'ex avvocato è chiamato ad indagare sull'omicidio di un usuraio, il cui cadavere è stato incollato per i piedi al pavimento e dileggiato dall'assassino che ha lasciato la sua "firma" sulla lingua del poveretto.A questo delitto ne seguiranno altri sempre più efferati, rivelando così al commissario che l'assassino da assicurare alla giustizia è di quelli seriali.
 Kerril è uno di quei segugi che non molla la pista una volta individuata la strada giusta,non ha niente da invidiare a Montalbano,Maigret  e Jacques Clouseau ,sono già tutti contemporanemante dentro di lui,alla fine della storia dopo tutti i personaggi strambi che avranno bussato alla porta del suo ufficio, avrà cominciato anche a vedere i fantasmi come il Ricciardi di Maurizio de Giovanni, ma questo non  lo confesserà mai!
di Luigi De Rosa

15 feb 2013

I miei martedì col professor Albom

Mitch Albom,scrittore

L'uomo che voleva fermare il tempo
di Mitch Albom
Rizzoli pagine 286 € 17,00



Parigi,anno 1906, uno spagnolo di 26 anni dà l'ultima pennellata al quadro che ha appena terminato, sulla tela fanno capolino i corpi di cinque fanciulle ma la prospettiva spaccata, frantumata in volumi incidenti l’uno nell’altro, ce le propone in simultanea sebbene ciascuna viva in una sua dimensione spaziale, lo intitolerà "Les Damoiselles d’Avignon",a detta di molti Pablo Picasso, così si chiamava il ragazzo, con questo quadro manderà  in frantumi la concezione classica dello spazio.Berna,anno 1905, un giovane tedesco,di  26 anni, invia alla rivista Annalen der Physik l’articolo sulla Elektrodynamik bewegter Körper in cui assume che la velocità della luce sia costante in qualsiasi sistema di riferimento e che il principio di relatività galileano sia valido per ogni sistema fisico in moto relativo uniforme. L’articolo sull’Elettrodinamica dei corpi in movimento, a detta di molti Fisici,rivoluzionerà la concezione classica del tempo e dello spazio.Quel giovane fisico era Albert Einstein.
In Letteratura c'è un altro tempo ed un altro spazio che completa le grandi scoperte di Pablo e Albert, è il tempo del cuore, delle emozioni , dei sentimenti che solo determinati scrittori sanno cogliere con una poesia o con un romanzo.Ancora una volta Mitch Albom, come fece a suo tempo nel  capolavoro "I miei martedì col professore", con un linguaggio semplice e storie fatte di personaggi quasi banali, una ragazza,Sarah, in sovrappeso respinta dal rubacuori della scuola che tenta il suicidio, un ricco imprenditore,Victor, al quale i medici hanno diagnosticato un cancro incurabile che tenta la via della crionica per garantirsi l'immortalità e infine Dor, personaggio biblico, che scala la Torre di Babele per chiedere un po più di tempo a Dio al fine di guarire la moglie morente , riesce a rendere comprensibili anche per il lettore medio categorie concettuali fondamentali nell'esistenz umana quali sono il tempo e lo spazio.Chi la vita ha imparato a misurarla in anni,mesi,giorni,ore,minuti e secondi ha dimenticato che ciò che conta è la qualità del tempo vissuto.Gli animali non hanno orologi, la loro esistenza credete sia meno intensa della nostra?
Forse siamo noi uomini che siamo andati completamente fuori strada,o no?

di Luigi De Rosa
Les Damoiselles d’Avignon",Pablo Picasso


14 feb 2013

La fiaba nel cassetto


Trillino e Biancapiuma
di Marisa Attanasio
CentoAutori pagine 47 € 5,00
Vincitrice del premio letterario"Racconto nel cassetto 2007"

Marisa Attanasio,scrittrice
Lo psichiatra Bruno Bettelheim, esperto in psicologia dell’età evolutiva, sosteneva che “il bambino ha bisogno d'idee sul modo di dare ordine alla sua casa interiore, per poter creare su tale base, l'ordine della sua vita”, i suoi studi sulle fiabe hanno fatto scuola , ricordo su tutti "Il mondo incantato" del 1977 .Sempre prezioso, a mio modesto parere, è quello scrittore che riesce a dare al bambino queste idee  , questi piccoli mattoncini colorati fatti a forma di streghe,fate, ranocchi e, nel caso dell'Attanasio, Rondini che aiutano il bambino a costruire quest'ordine interiore. Nella favola narrata da Marisa Attanasio una piccola Rondine di nome Trillino,orfana di madre, durante l'annuale viaggio nei paesi caldi, a causa di una tempesta perderà contatto con Frullo, suo padre.Rimasto solo Trillino non si scoraggerà, anzi grazie all'aiuto di una simpatica cicogna francese, Biancapiuma, imparerà ad affrontare leoni e corvi malvagi fino a scoprire il segreto di un'ampolla che gli permetterà di ritrovare Frullo. La favola affronta temi importanti come la separazione, la solitudine, il distacco dalle figure genitoriali, la capacità di affrontare tali problemi offrendo una visione ottimistica della vita, altri mattoncini colorati offerti a genitori e addetti ai lavori che grazie a questi strumenti preziosissimi potranno interagire con i bambini.
di Luigi De Rosa