"Sotto la masseria il sentiero si faceva scosceso.C'erano ancora terrazzi di pomidori,ma più stretti e dirupati,e olivi,e fichi d'India,e schieramenti di canne.Noi ne prelevavamo qualcuna:divenivano lance per le battaglie.E c'era ancora odore di campagna,di terra tiepida,di concime,ma insieme arrivava anche odore di mare,di sale e di alga secca.Io mi ubriacavo di quella mescolanza di odori.Poi cominciava la roccia,punteggiata di ciuffi di ginestra,di cespi di capperi,di pennacchi di finocchietto.C'era ogni tanto uno scalino,appena abbozzato,che si faceva fatica a distinguerlo.(...)
E finalmente il mare!"
E finalmente il mare!"
Ho voluto citare questo passo tratto dal libro della Mozzillo, ma molti altri ve ne avrei potuto portare ad esempio, perchè non sarebbe bastato dirvi che la lettura di questo romanzo è una specie di trekking letterario attraveso luoghi della Penisola Sorrentina e di Napoli che realmente ammaliano. La protagonista del romanzo ,una bambina sfollata insieme alla madre professoressa nella cittadina di Gragnano durante il secondo conflitto mondiale, racconta la sua infanzia e la sua adolescenza trascorsa fra i Monti Lattari e Napoli,non la metropoli chiassosa e imbrattata di immondizia dei nostri giorni,ma quella intrigante post bellica,fatta di un popolo che ha voglia di rinascere,come begonie che dopo il temporale ricoprono l'intero perimetro del giardino colorando di un verde intenso il ritorno alla normalità. Durante tutto il romanzo protagonisti silenti sono i giardini,i boschi,le radure,le spiagge che "affatturano" per bellezza la protagonista e noi lettori così come incantano le storie che l'autrice narra su tutte quelle della famiglia Diaz che in un albergo si barrica in camera per resistere ai Nazisti nell'indifferenza abietta degli altri ospiti non ebrei e nella stessa indifferenza vengono alla fine catturati e...non si sa neanche se poi vengano fucilati,impiccati, deportati,in fondo che importa? Erano solo gente che occupava una stanza.
E ancora mi piace segnalarvi la storia d'amore di Lia e Angelo Antonio, la stiratrice e il saponaro, l'eterna Penelope che attende Ulisse, sempre fedele, pronta ad uccidere le rivali, pronta ad amarlo e ad accudirlo anche se dalla lontana America, o dalla lontana Australia torna , come Ulisse da Troia, più vecchio,più povero e più "struppiato".
di Luigi De Rosa
E ancora mi piace segnalarvi la storia d'amore di Lia e Angelo Antonio, la stiratrice e il saponaro, l'eterna Penelope che attende Ulisse, sempre fedele, pronta ad uccidere le rivali, pronta ad amarlo e ad accudirlo anche se dalla lontana America, o dalla lontana Australia torna , come Ulisse da Troia, più vecchio,più povero e più "struppiato".
di Luigi De Rosa
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