
La leggenda del santo assassino
di Satish kumar
pagine 105 Sperling & Kupfer e 15,00
Può un assassino diventare un santo?
Si può perdonare l'assassino dei tuoi figli?
Può il dolore che acceca la vedova, diventare perdono illuminante?
C'era un tempo, in un lontano paese di nome Savatthi, dove gli uomoni e le donne erano divisi in caste, i saggi di allora ritinevano la divisione funzionale al buon governo del popolo. I ricchi erano divisi dai poveri, i bianchi dai neri etc etc in basso c'era la casta dei dom: i raccoglitori di feci umane.
Fra i dom nacque Angulimala, un uomo che non accettò la sua condizione di fuoricasta e volle cambiare questa sua condizione,questa ingiusta divisione con la violenza.
Angulima
la divenne un terrorista sanguinario, temuto in tutta l'India, la sua presenza era preceduta dal puzzo di sangue e dal fetore della collana di dita umane(anguli=dita mala=collana) strappate alle sue vittime della quale si fregiava spudoratamente.
Un giorno il re Pasenadi in persona con migliaia di uomini rastrellò l'intero paese per catturarlo senza riuscirvi.
Alla fine anche il Buddha, l'illuminato, decise di partire alla ricerca di Angulimala, nonostante il parere contrario di tutti i suoi discepoli.
Buddha dopo un lungo viaggio fu sorpreso in un imboscata dal ribelle sangiunario; al cospetto della sua scimitarra pronta a staccargli la testa il leggendario Siddharta non indietreggiò di un passo sorprendendo Angulimala e a lui si rivolse con queste parole: "Ti farò attraversare il fiume della sofferenza.Ti porterò sulla riva della liberazione.Voglio che tu sappia che la tua angoscia può finire; ira e alienazione non sono per sempre.Il cambiamento è l’eterna legge della vita.Accoglierai la trasformazione?Puoi prendere la mia testa e le mie dieci dita,oppure puoi prendermi tuttto intero con la mia amicizia.La scelta è tua".
Come andarono le cose fra Buddha e Angulimala lo scoprirete leggendo il resto di questa storia che resta a distanza di centinaia di anni uno scrigno di riflessioni fondamentali sulla vita, il dolore e il perdono.
di Luigi De Rosa
di Satish kumar
pagine 105 Sperling & Kupfer e 15,00
Può un assassino diventare un santo?
Si può perdonare l'assassino dei tuoi figli?
Può il dolore che acceca la vedova, diventare perdono illuminante?
C'era un tempo, in un lontano paese di nome Savatthi, dove gli uomoni e le donne erano divisi in caste, i saggi di allora ritinevano la divisione funzionale al buon governo del popolo. I ricchi erano divisi dai poveri, i bianchi dai neri etc etc in basso c'era la casta dei dom: i raccoglitori di feci umane.
Fra i dom nacque Angulimala, un uomo che non accettò la sua condizione di fuoricasta e volle cambiare questa sua condizione,questa ingiusta divisione con la violenza.
Angulima
la divenne un terrorista sanguinario, temuto in tutta l'India, la sua presenza era preceduta dal puzzo di sangue e dal fetore della collana di dita umane(anguli=dita mala=collana) strappate alle sue vittime della quale si fregiava spudoratamente.Un giorno il re Pasenadi in persona con migliaia di uomini rastrellò l'intero paese per catturarlo senza riuscirvi.
Alla fine anche il Buddha, l'illuminato, decise di partire alla ricerca di Angulimala, nonostante il parere contrario di tutti i suoi discepoli.
Buddha dopo un lungo viaggio fu sorpreso in un imboscata dal ribelle sangiunario; al cospetto della sua scimitarra pronta a staccargli la testa il leggendario Siddharta non indietreggiò di un passo sorprendendo Angulimala e a lui si rivolse con queste parole: "Ti farò attraversare il fiume della sofferenza.Ti porterò sulla riva della liberazione.Voglio che tu sappia che la tua angoscia può finire; ira e alienazione non sono per sempre.Il cambiamento è l’eterna legge della vita.Accoglierai la trasformazione?Puoi prendere la mia testa e le mie dieci dita,oppure puoi prendermi tuttto intero con la mia amicizia.La scelta è tua".
Come andarono le cose fra Buddha e Angulimala lo scoprirete leggendo il resto di questa storia che resta a distanza di centinaia di anni uno scrigno di riflessioni fondamentali sulla vita, il dolore e il perdono.
di Luigi De Rosa
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