Nel caffè della gioventù perduta
di Patrick Modiano (Premio Nobel per la Letterature 2014)
(Einaudi, pp.120 € 14,00)
isbn 9788806225995
(traduzione di Irene Babboni)
C'è una ragazzina (vent'anni?) che viene ogni sera al Condè, caffè di bohemien all'Odèon (Quertiere Latino), silenziosa, tenera; è una presenza costante, misteriosa e affascinante. Chi è? Se lo chiedono in molti, il primo è Roland, "negro" in una casa editrice che ne è forse innamorato. Tutti al Condè la chiamano Louki, pochi di loro sanno, come scoprirà l'investigatore privato Pierre Caisley che si chiama Jaqueline Delanque e che da mesi il marito, Jean-Pierre Choureau, la sta aspettando invano nel loro appartamento a Neuilly. Ma chi è Louki? Fugge? Ma da chi o da cosa?
Geneviève, sua madre, non se l'è mai chiesto, anche quando la Gendarmeria la chiamava per riprendersi quella figlia vagabonda. E poi giunse lui, Guy de Vere, mistico, santone (truffatore), scrittore, amante di sedute spiritiche. Forse, ma è pura supposizione chi la conosceva meglio era Jeannette Gaul, detta "Teschio", la sua migliore amica; sì, sarà lei, con la sua "neve" a dipanare il bandolo della matassa.
Modiano descrive una borderline, una di quelle donne sfuggenti che inseguono tutta la vita soprattutto sé stesse.
di Luigi De Rosa
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