Le stelle non sono lontane
di Candida Morvillo
Bompiano 301p., € 17,50
isbn 9788845275531
"Il Cerchio è chiuso". Ho pensato a questo dopo aver letto
il romanzo di Candida Morvillo. "Il cerchio " ha cominciato a
tratteggiarlo nel 2008 Roberto D'Agostino con il suo "Cafonal", con foto e boutade taglienti, infatti, il "Dagospia" nazionale ha svelato quello
che si sussurrava accadesse nei palazzi romani. Il potere più becero celebrava
sè stesso "attovagliato" s'ingozzava in feste popolate da parvenù,
donne rifatte, traffichini d'ogni genere, imprenditori in cerca di politici e
politici saltimbanchi. Nel 2013 poi è giunta negli scaffali delle librerie
"La Grande Bellezza",Jep Gambardella, erede del Divo Giulio e Tony
Pagoda, ha impersonato, grazie al genio di Paolo Sorrentino, il totale
disfacimento di una società che ormai è sul baratro, basta un alito di vento in
più e i castelli di sabbia e quelli di "rabbia" che la compongono
cadranno giù come la Lehman Brothers. Una società che ha superato il complesso
di Edipo non assassinando più il padre, ma abbandonandolo davanti alla TV con
la badante straniera a rincoglionirsi di affari e pacchi, così da obliarne
anche la memoria, perchè l'ha trasformato in un sepolto vivo.
L'Italia di Jep
Gambardella non ha più una guida di spessore morale, mi viene in mente un
Alcide De Gasperi. E' una società liquida come dice Bauman, e in quest'acqua
stagnante stiamo affogando tutti. L'Astrid/Carmela di Candida Morvillo porta
sulla scena la donna che arranca dietro l'uomo di potere, annaspa in sogni di
successo facile facile fatto delle mille luci degli studi televisivi e del
glamour haute couture. La ragazzina calabrese che ha provato la fame vera
aspira alla fama che sazia, ma comprende subito che l'Italia "velina e
briatora" di oggi non è paese di principi azzurri, al massimo di Barbablù
cripto gay e Papuzzi sessisti che "si credono potenti e non sanno che il
potere è sempre in prestito".
Il testo della Morvillo è scorrevole, trovo apprezzabile la scelta di non
ricorrere a quegli odiosi anglicismi, glam, must, gloss etc che spesso chi,
come lei che ha lavorato nelle redazioni dei magazine, adopera a piene mani per
descrivere il mondo delle starlette appesantendo così il tessuto narrativo. Ho trovato assai indovinato anche l'uso dei vezzeggiativi , papuzzo, puffino, Giangi etc che
rendono più verosimile il mondo dell'effimero, questa "fiera delle vanità" di inizio Secondo millennio ricostruita nel romanzo. Non è più il tempo delle Anna Karenina, nè delle Teresa Raquin o Madame Bovary, oggi le eroine letterarie si chiamano Andrea Sachs e Miranda Priestley , il mondo ha scelto di avere e non di essere, veste decisamente Prada, come il diavolo.
di Lugi De Rosa
Nessun commento:
Posta un commento