21 apr 2012

Gli ippopotami nani della Liberia

Il bambino che collezionava le parole
di Juan Pablo Villalobos
Einaudi pagine 77 € 10,00


Toghtli è un bambino messicano orfano di madre che vive in un grande palazzo,
con lui ci sono il padre Yolcaut che gli insegna a comportarsi da uomo e non da finocchio:patetico, e Masatzin il suo maestro personale che gli insegna a leggere e scrivere, la storia e la geografia: nefasto.
Toghtli è solo nel grande palazzo dove nessuno può entrare perchè due energumeni al soldo di Yolcaut, Mitzli e Chichikuali praticano degli orifizi dolorosi con le loro colt a chiunque non sia il benvenuto:nefasto.
Toghtli non può conversare con nessuno tranne che con suo padre e il suo maestro Mazatzin. giacchè il resto dei dipendenti del palazzo o è muto, o preferisce farsi passare per muto o è un cadavere e questi ultimi non parlano:patetici.
La sera prima di addormentarsi legge il dizionario, è affascinato dalle parole:patetico.
Toghtli ama guradare i film giapponesi sui samurai,un giorno anche lui sarà un samurai e si chiamerà Usagi:patetico.Colleziona cappelli, di tutti i tipi e di tutte le fogge, l'unico paese che ha visitato è stato la Francia e dei Francesi ha grande stima (nefasto,questo lo dico io) giacchè hanno imparato a tagliare la testa ai sovrani,con efficienza ed efficacia: non rovinano le corone, non sporcano e raccolgono nei cesti le teste mozzate, sono senza dubbio più civili dei Messicani che con i machete ci mettono assai più tempo a tagliare una testa:nefasto.
Nel palazzo il resto delle stanze è occupato da: un leone,due tigri, vari pappagalli, una Beretta ,una Browning,una colt,una Smith & Wesson, un bazooka, un AK-47,un M-16 e alcuni Uzi israeliani:nefasto.
Un giorno a Toghtli viene un irrinunciabile desiderio e chiede a Yolcaut come regalo due ippopotami nani della Liberia.Il padre che è abituato a soddisfare tutti i desideri del suo unico figlio, vista anche la brutta aria che tira per il Cartello, decide di partire per la Liberia alla ricerca degli ippopotami:patetico.
"Il bambino che collezionava parole" è un romanzo originale e toccante; un bambino abbandonato a se stesso, fuori dal mondo, al quale nessuno ha insegnato cos'è bene e cos'è male, perchè a nessuno degli adulti che lo circondano alla fine importa, scopre grazie a degli ippopotami nani della Liberia, che piangere,ma soprattutto scoprire i sentimenti è la cosa migliore che la vita ti possa donare: patetico.
Patetico?

di Luigi De Rosa

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