I.N.R.I. (Behold the Man)
di Michel Moorcock
Mondadori Urania - Vincitore del Premio Nebula 1967
(Traduzione di Teobaldo del Tanaro)
Karl Glogauer è un impiegato come tanti, siamo nella Londra degli anni Settanta, ha una storia d'amore con una collega, Monica, con la quale intrattiene una normale relazione fatta di alti e bassi. L'esistenza di Karl è quasi banale, ma non è stata sempre così. Dopo un'infanzia assai tormentata, caratterizzata da una irrefrenabile ricerca di pace interiore che l'ha portato prima a frequentare le sinagoghe poi le chiese cristiane, sembra aver conquistato un certo equilibrio con la pratica e lo studio della psicanalisi d'indirizzo junghiano. Un giorno, un amico, il dottor James Headington, inventore geniale ma ingestibile per questo allontanato dal Ministero della Difesa finita la Seconda Guerra Mondiale, gli propone di sperimentare un apparecchio di sua realizzazione che permette di viaggiare nel Tempo. Glogauer, dapprima scettico, si fa convincere a patto di essere teletrasportato nel 28 d.C in Giudea perchè desidera togliersi ogni dubbio sulla veridicità di quanto scritto nei Vangeli. Dunque Karl Glogauer grazie alla macchina del tempo "atterra" in una zona desertica, feritosi a causa del danneggiamento della Capsula del tempo viene soccorso da una tribù di allevatori di capre che scoprirà essere gli Esseni, a capo dei quali c'è un uomo dal nobile aspetto chiamato Giovanni. Glogauer comprenderà così di essere giunto nel posto giusto, questo Giovanni che conoscerà non è altri se non il Battista di cui ha letto nei Vangeli, l'uomo fomenta la ribellione contro i Romani e il loro "servo" Erode II Antipa. Eppure c'è qualcosa che non quadra, Giovanni, interrogato da Karl, che per non destare sospetti ha dichiarato di chiamarsi Emmanuel e di venire dall'Egitto, non conosce nessun Gesù di Nazareth. A distanza di tanti anni "I.N.R.I." conserva tutto il suo fascino, certo non è un romanzo per lettori cristiani "ortodossi", ma fortunatamente Moorcock non ha mai dovuto subire e spero mai subirà quello che invece è toccato al suo collega Salman Rushdie con i "Versetti Satanici".E' un romanzo di fantascienza che propone una lettura diversa della storia narrata nei Vangeli che va letto per quello che è "letteratura d'intrattenimento. Eppure ci vedo anche una sfida, la figura di Gesù alla quale siamo abituati da sempre è quella dell'uomo dai lineamenti perfetti, lo sguardo intenso e intelligente, Moorcock invece ( è blasfemia?) ci propone un Gesù storpio, con la gobba sembra prorio "Quasimodo", ebbene, mi e vi chiedo se per ipotesi Gesù fosse stato un disabile non lo avremmo amato lo stesso? Non lo seguiremmo con la stessa intensità?
di Luigi De Rosa
Michael Moorcock (Londra, 18 dicembre 1939) a questo grande scrittore sono legati la nascita della
new-wave, la pubblicazione di NEW WORLDS (la più importante rivista di fantascienza),
il grande ritorno della HEROIC FANTASY ed INTERPLANETARY FANTASY (insieme a LIN CARTER
e ROGER ZELAZNY), il consolidamento della SPECULATIVE FICTION.
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