4 ago 2013

Dacci oggi il nostro pane quotidiano...

Professoressa Cecilia Coppola
Forni,fornai e fornarine
di Cecilia Coppola
GPoint Edizioni 48pagine,illustrato.
Con il contributo degli alunni e dei docenti
dell'Istituto Comprensivo Statale di Piano di Sorrento.

Presso la Casa di Riposo San Michele 
in Piano di Sorrento (NA)
domenica 4 Agosto ore 20.30
sarà presentato il testo 
"Forni,fornai e fornarine"
di Cecilia Coppola
Comune di Piano di Sorrento e 
l'Associazione Culturale Cypraea

Professor Ciro Ferrigno
Il testo sarà presentato dal Gruppo Culturale 
del Professor Ciro Ferrigno 
( per approfondimenti Vi consiglio Il Foglio n.241 
pubblicazione periodica gratuita sempre a cura del Professor Ferrigno)


Un tempo la piana di Sorrento era ricca di sorgenti , penso a quelle di "Formiello",così come  nella zona collinare  terreni fertili permettevano ai contadini di coltivare un grano forte e rigoglioso, una zona in particolare vedeva migliaia di spighe pettinare il cielo in giugno: a' Gesina. Di questo grano e di quest'acqua era fatto il pane prodotto dai fornai che seguivano ricette e tradizioni per panificare che si perdono nella notte dei tempi. Fin dal Seicento non era raro vedere, di prima mattina, vecchine con turbanti di fascine scendere la ripida strada che da Arola sui Monti Lattari portava fino alla via Minervia e da lì si giungeva  nel cuore del paesino via Gottola se non via San Giovanni, qui i primi panificatori realizzavano soprattutto gallette, quelle che "cugnavano" i marinai nelle loro sacche da viaggio. Quando la fame li assaliva, durante le impervie traversate per il trasporto delle noci e dell'olio , spesso solo il "biscotto di mare" "ammollato" nell'acqua salata ne metteva a tacere i morsi allo stomaco vuoto. Quella che ci racconta la professoressa Cecilia Coppola in queste pagine è una storia di sudore,lacrime e sangue, perché il lavoro di panettiere non è mai stato facile, a partire dallo stress di lavorare di notte che a lungo andare stravolge i bioritmi naturali e comporta notevoli scompensi psicofisici. Ma è anche poesia e fede, l'impasto di acqua e farina, la sua crescita , la sua cottura fino alla distribuzione è una lirica senza fine, anzi una preghiera che gli uomini rivolgono a Dio ogni giorno e prova ne è il fatto che il Cristo ,nei Vangeli, spesso ricorre al pane per insegnare a coloro che l'ascoltano la sua buona Novella. Le famiglie di panificatori pianesi sono numerose:
i Maresca,i Russo, gli Ercolano, gli Irolla, i Cadolini, i Gargiulo etc per ognuno c'è un aneddoto e un racconto in alcuni casi dolce come le petit beurre, impegnativo come un tortano, amaro come una galletta andata a male , figli e mariti spariti in mare o in guerra,aneddoti santi come Suor Crocifissa e la Madre Badessa del convento delle Agostiniane che s'inventano la "corona di spine", pane di Pasqua perché ricorda la famosa corona. Gli episodi divertenti non mancano e hanno il sapore dei sigarucci così come quelli tristi che hanno il sapore dell friselle ammorbidite dall'acqua , ma su tutti pane e uoglio c' 'a pummarola riconciliano l'uomo e la donna dalla fatica di vivere.

di Luigi De Rosa

(in basso, tratte dal testo di Cecilia Coppola, puzzle di immagini di alcuni dei protagonisti della Storia del Pane a Piano di Sorrento)













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