di Sam
Pivnik
pagine 326
Newton & Compton € 9,90
"Kindertransport.Sentimmo
la locomotiva fischiare e sbuffare dal nostro blocco, e sentimmo anche tutto
quello che successe dopo.Le ss dichiararono Blocksperre,la chiusura dei blocchi
per ragioni di sicurezza;vennero messe le catene e i lucchetti a ogni baracca
del campo maschile.Avevo solo diciassette anni, ero un ragazzino e non potevo
capire cosa significasse essere padre, ma la maggior parte dei prigionieri
maschi ad Auschwitz-Birkenau era più anziana e aveva figli.Non ci fu bisogno
di selezione a quell'ora della notte.I bambini
erano solo bocche da sfamare,erano un impaccio,un fastidio.Tutti
i bambini di quel carico vennero fatti marciare a sinistra,e tutto ciò
che potemmo fare fu restare sdraiati nelle nostre cuccette ad ascoltare le loro
urla mentre andavano a morire.Anni dopo venni a sapere che si trattava di
bambini ebrei arrivati da un orfanotrofio di Izieu,in Francia,strappati
alla sicurezza del loro istituto dell'ufficiale delle ss Kluas Barbie,comandante
della GESTAPO nella vicina Lione."
Ho letto la
storia di Szlamek Pivnik con profonda commozione , il suo modo di raccontare mi
ha ricordato un altro grande narratore Gustaw Herling, entrambi hanno descritto
a tutti noi "un mondo a parte" e mi auguro che nessuno più debba
vivere o raccontare simili tragedie. Nel libro di Sam Pivnik ci sono molti
episodi drammatici, un bambino di tredici anni che dal giardino dell'Eden come
lui stesso la definisce, la piccola cittadina polacca di Bedzin, nel giro di
pochi mesi si ritrova privato di tutto, odiato dai suoi stessi compatrioti
piegati dai soldati di Hitler ed infine gettato nell'Inferno di Auschiwitz fino
al cospetto dell'angelo della morte il disgustoso Josef Mengele,Todesengel,appunto!,
già dice
parecchio sul dolore che testimoniano le pagine di questo libro, ma a me
rimarrà impresso il dolore di quei bambini ai quali la Germania nazista ha
negato tutto.
Se vi
chiederanno una definizione dell'Olocausto, potrete rispondere che è stato il
momento più basso della storia dell'Umanità nel quale la vita di un bambino non
valeva nulla.
di Luigi De
Rosa
Legge 20 luglio 2000,n.211
Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio
e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici
italiani nei campi nazisti.
Art.1
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio,data dell'abbattimento dei cancelli di
Auschwitz,Giorno della Memoria,al fine di ricordare la Shoah,le leggi razziali,la persecuzione
italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione,la prigionia,la morte,nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
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