4 mag 2012

Maggio 1987,qualcosa è cambiato

Il Napoli di Maradona
di Marco Bellinazzo e Gigi Garanzini
pagine 301 Mondadori € 12,00

"Tutti dicono:" Questo è stato il migliore del Barcellona,questo è stato il migliore del Real Madrid,questo è stato il migliore del Chelsea,questo è stato il migliore di...Io sono orgoglioso di essere stato il migliore a Napoli".
Diego Armando Maradona alla consagna 
del Pallone d'oro alla carriera 1995


Perchè "Qualcosa è cambiato"? 
Questo testo di Bellizzaro e Garanzini,impreziosito da foto storiche ed inedite, parla di un anno particolare, quello del primo scudetto azzurro: era il 1987. A me ha fatto venire in mente il celebre film di James L.Brooks  con Jack Nicholson dal titolo"Qualcosa è cambiato" dove il protagonista,Melvin, per una serie di circostanze cambia la propria visione della vita, il proprio modo di rapportarsi agli altri da disgustoso egoista  scopre il prossimo,  in lui si realizza una rivoluzione copernicana,scopre che cos'è vivere con gli altri.
Nel 1987 la visione del tifoso napoletano del calcio cambia, da eterno sconfitto  scopre l'immensa gioia della vittoria, non a caso la battuta più completa e fulminante di tutta la storia del calcio azzurro è  quella del famoso striscione esposto sull'entrata del cimitero cittadino che recitava " Che vi siete persi !" e il giorno dopo, come per magia sventolava la risposta: "E chi ve l'ha detto?"
Vincere non vuol dire sconfiggere un avversario, vuol dire cambiare se stessi, scoprirsi forti,sicuri,capaci di affrontare e realizzare i propri sogni senza più farsi bloccare dalle paure e insicurezze che rappresentano gli avversari peggiori da affrontare.
A me piacerebbe che il cambiamento lo scoprissero a Palermo,Reggio Calabria,Bari,Foggia,Poggibonsi, Forlì etc etc, penso che uno degli scudetti più belli degli ultimi anni è stato quello del Verona di Bagnoli, calcio di periferia gagliardo e pulito,perchè sinceramente le gioie inattese,conquistate sportivamente sono le più belle.Del numero di stelle sulla casacca, francamente me ne infischio!

di Luigi De Rosa

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