5 apr 2012

L'antica cucina napoletana e l'elisir di lunga vita


Le "pacche secche" ,la pietanza che allunga la vita

Aprì gli occhi, guardò davanti a sè i ghirigori del soffitto illuminato dai primi raggi di sole, sorrise:era vivo! Lentamente, come la tartaruga che dopo il lungo inverno si disfa a popo a poco del terriccio che la ricopre,allontanò da sè le coperte.Si sedette sulla sponda del letto:"uno, due e...treee", si drizzò e si spinse verso lo scrittoio, c'era una pergamena con su scritto All'illustrissimo Capo dei Servizi di Bocca Vincenzo Corrado, Palazzo Cellammare,sulla Collina delle Mortelle ,Napoli 18 gennaio 1836 seguirono parole che lo commossero e giù la firma del Principe di Francavilla.
Si asciugò le piccole lacrime che si erano andate a nascondere fra le rughe del viso, prese un fazzoletto si soffio il naso,ma gli girò subito la testa, si tenne il collo dolorante: "sta cervicale fetente, oggi però nun m'importa e niente: 'o compleanno mio so Pacche a fungetiello!"
Zitto, zitto prima che la serva e gli altri cuochi si accorgessero della sua "fuga" scese nelle cucine. In una pentola ben nascosta aveva lasciato a mollo nell'acqua le "pacche secche de catozza", radici di broccolo di rapa che secondo "occulti calcoli pitagorici" aveva per un numero segreto di giorni , prima di seminarli, lasciato in infusione nel latte e nel miele, poi raccolto in un giorno di ottobre (segretissimo!),infine le aveva tagliate descrivendo circonferenze quasi perfette(come gli piacevano le figure geometriche!) e poi le aveva infilate come perle in una collana e appese ad essiccare, pronte così per il suo compleanno a Gennaio,il 18 (data pubblicizzatissima!).
Dunque,prese le pacche e le strizzò una ad una e le pose su un telo, afferrò un pentolino , accese il fuoco: accese il fuoco? Beh, ci provò e gli andò bene, viva San Gennaro! Afferrò uno spicchio d'aglio lo schiacciò con un colpo deciso del polso, lo lasciò imbiondire nell'olio (quello che gli aveva portato il Filangieri da Massa Lubrense) e poi aggiunse qualche pomodoro, sale e pepe.Quando la salsa  cominciò ad addensarsi aggiunse  le catozze, le lasciò cuocere per mezz'ora, poi impiattò, aggiunse ancora pepe, si accomodò e mangiò come la tartaruga la foglia di lattuga: lentamente e con gusto.Si addormentò accompagnando il dolce russare con l'antico mantra napoletane:" Mò sì, che è festa! , frisco a ll'anema e tutti e santi!"
Era il 18 gennaio 1836 Vincenzo Corrado, illustre matematico e cuoco compiva 100 anni, sono convinto che è stato superiore a Pellegrino Artusi,peccato non abbia avuto il giusto tributo di onori.
di Luigi De Rosa


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