La Musica Provata
di Erri De Luca
Feltrinelli; pagine 98; € 9,00
isbn 9788807031038
Allo scrittore di razza bastano poche parole per convincere anche il lettore più sprovveduto a seguirlo nella storia che gli andrà a raccontare, come al musicista geniale bastano pochi accordi. A Erri De Luca basta una staffa, non di quelle grosse e torte che si usano in edilizia per dare scheletro al calcestruzzo, nè di quelle da usare come arma impropria nei cortei, De Luca è combattente non violento, ma una staffa piccola, microscopica: un ossicino. Sì, lo scrittore descrive quell'osso che abbiamo nel cranio, quello che con l'incudine e il martello forma l'organo dell'udito, quello che accoglie tutte le vibrazioni del mondo esterno e dà il La alle nostre emozioni interne. Ossicino che può scoppiare investito dall'onda sonora provocata da un bombardamento del '45 a Napoli come a Belgrado molti anni dopo.
Ossicino che ci incanta accogliendo la voce di Enrico Caruso, la musica di Arturo Toscanini, l'indignazione di Herry Belafonte e quella di Bob Dylan. La staffa accoglie la preghiera acustica del martello dell'operaio, la preghiera di un poeta come Osip Ėmil'evič Mandel'štam, la preghiera eterna dei Salmi e quella assordante di chi vive e attraversa ogni giorno il Mediterraneo, ventre liquido di Asia, Africa e Europa. "La Musica Provata" è libro che spinge a riflettere, ad ascoltare la preghiera dell'altro, che sia l'operaio senza stipendio o il migrante senza speranza. "Reflesciasà" è contrazione italiana dell'espressione francese réfléchis à ça, rifletti a questo, è l'invito di un operaio turco di nome Kemal a Erri De Luca a riflettere sulla condizione dell'uomo che ha attraversato il mare per un lavoro, al quale il padrone ha negato il salario e lui stempera la rabbia, si pone in ascolto e chiede ascolto, "apro le dita e disfo l'ira e il pugno". Reflesciasà.
di Luigi De Rosa
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