31 mar 2015

la storia comincia con la libertà del popolo, forse.

L'avventurosa storia dell'Uzbeko muto

di Luis Sepùlveda
Guanda pp.141 € 14,50
isbn 9788823511286
(traduzione di Ilide Carmignani)


Quest'antologia di nove racconti di Sepùlveda l'avrei chiamata Sudamericana e Vittorini non me ne voglia, la sua "Americana" è altra cosa, senza alcun dubbio, ma che emozioni regala questo scrittore di Coquimbo! Il suo stile stringato, rude e paratattico ci descrive il sogno sudamericano di libertà, pane e rose per tutti. In questi racconti c'è tutta l'arte di Luis Sepùlveda, i suoi personaggi sono cocciuti, coraggiosi e scellerati, devono conquistare la libertà per e per gli altri costi quel che costi. Nelle vicende c'è sempre quel tocco di disarmante houmor tutto cileno al sapor di putas parió.
Sono toccanti le ultime ore di vita di Ernesto Che Guevara alle quali fanno da contraltare quasi "blasfemo" le ultime ore del secondo "Che", un giovane condor, (tacchino spennacchiato e puzzolente) che una banda di giovinastri rivoluzionari  deve donare a Fidel in visita a Santiago nel racconto che segue. E che dire dell'eroico Park Il Son figlio del "Miglior Paese del Mondo" (la Corea del Nord: ho detto tutto) giunto in Cile per far conoscere agli instancabili rivoluzionari il pensiero del compagno Kim Il Sung artefice della dottrina "Juche". I compagni cileni incantati dalla sapienza del piccoletto con gli occhi di mandorla finiranno per battersi con lui sul dojo dimostrandosi incapaci loro di imparare il "taekwondo" e Park Il Son che è meglio non fidarsi dei cileni.
L'Uzbeko Muto e Pepe Sodertalje, protagonisti forse dei racconti più riusciti, sono ancora una volta due volti di una stessa medaglia quella dei migranti cileni che possono finire in culo al mondo, ma troveranno sempre una gabbianella che gli insegnerà a volare.

di Luigi De Rosa





cit. "Anna conosceva ogni dettaglio della sua vita. Non era schivo o presuntuoso e non gli importava se gli altri cileni capivano o no che pure lui non lottava per la libertà, ma per non dimenticare che era un uomo libero, non lottava per la giustizia, ma per non dimenticare che era un uomo giusto".
di Luis Sepùlveda tratto da "L'avventurosa storia dell'uzbeko muto"; Guanda;2015





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