14 ago 2013

Liberté... Egalité... io arruobbo a te tu arruobbe a me.

Aneddoti Borbonici
da Carlo III a Francesco II


di Erminio Scalera
Grimaldi & C editori
120 p.; € 30,00
isbn 9788889879405


10 maggio 1734 ,Carlo, Infante di Spagna, figlio di Flippo V ed Elisabetta Farnese entra trionfalmente in Napoli di nuovo capitale del Regno delle Due Sicilie. I sudditi affollano le strade al passaggio della carrozza del giovane Re ,manifestazioni di giubilo investono anche i soldati increduli,popolane che cantano e ballano,saltimbanchi e lazzari gridano felici : "Vivo 'o Rre! E signure sti birbante e facettero o mazzo tante!". Gli Austriaci sono lontani, ma i Conservatori, guardano perplessi e astiosi quella folla di pulcinella festanti perchè ventisette anni prima, quando entrarono gli Austriaci nella città fecero la stessa ammuina : "Napoli? E' nata sotto il segno dell'Ariete,Pianeta instabile... volubile", disse qualche vecchio nobile salutando anch'esso il nuovo padrone, ignorando che le sofferenze cagionate da un cattivo governo divengon sempre  entusiasmo per chi sorge a combatterlo.
1869 ,Neuilly-sur-Saine,Francia, Maria Sofia è ormai una rosa i cui petali stanno appassendo al contrario conserva intatto il profumo, quello inebria ancora come quell'animo indomito che Acton ancora le riconosce. L'ex Regina di Napoli ha  accolto nella sua villa fuori Parigi due visitatori giunti dal Regno d'Italia: Giovanni Papini e il collega napoletano Ettore Marroni conosciuto come Bergeret.
"Mio suocero, Re Ferdinando, diceva che i filosofi arruffano il cervello del popolo, andrebbero messi sulla forca , invece oggi stanno in Parlamento e nelle Accademie!"
Bergeret e Papini , immagino, sorrisero indulgenti a quest'invettiva e poi chiesero alla Regina come si spiegava la sconfitta, ora che il tempo aveva curato le ferite.
La donna rispose sicura : "La maggior parte del popolo delle Due Sicilie era fedele al Re legittimo, fu Cavour a corrompere i nostri generali e quella che gli storici chiamano guerra dei briganti, l'avremmo vinta se il mio sposo,invece di rimanere a Roma, avesse varcato i confini del Regno e si fosse messo a capo degli insorti. Ma tutte le dinastie presto o tardi sono destinate a finire e chissà che i Savoia un giorno non debbano prendere la via dell'esilio". Maria Sofia era una rosa , come diceva Acton, ma con spine molto puntute, aggiungerei,  morì nel 1925 a Monaco di Baviera eppure la sua profezia si avverò, i Savoia conobbero l'esilio e lasciarono l'Italia, proprio imbarcandosi a Napoli. Ho raccontato l'inizio e la fine di questa raccolta , colta,intrigante e divertente fatta di centinania di aneddoti sui Borboni di Napoli perchè li trovo significativi,in essi c'è la sintesi, nel bene e nel male, di buona parte dell'epopea borbonica. I Napoletani sono sudditi volubili, ma anche generosi, soprattutto vogliono essere rispettati difficilmente li prenderete in giro. I Borboni furono fieri e cialtroni, acuti, generosi ,ingegnosi alcuni ma anche testardi e ottusi. Quello che non sono e non saranno mai nè i Napoletani , nè i Borboni : mortalmente noiosi.

di Luigi De Rosa

il testo è disponibile in libreria.

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