22 lug 2014

Il pesce mostro di Positano

Del pistrice immane di Positano
e altre mostruose creature delle acque
di Antonio Parlato (1940 - 2010)
Prefazione di Folco Quilici
Stamperia del Valentino Editore
pagine 114 € 16,00
isbn 9788895063409

 Antonio Parlato è stato uno studioso attento e appassionato, il trait d'union di tutta la sua vita, come sottolineato nella sua biografia, sono stati: il mare e l'identità del Mezzogiorno. Dopo i testi "Flavio Gioia e la bussola" e "Ulisse e le Sirene di Positano" questo "Pistrice" è di quei saggi che non sfigurerebbero negli scaffali della libreria accanto ai testi di Norman Douglas o Benedetto Croce sui miti e le leggende della Campania. Cominciamo dal nome "pistrix", così gli antichi Romani chiamavano un cetaceo grandissimo e mostruoso, figlio di Cheto (Ketus = cetaceo) sposa di Forchi, signore indiscusso di tutti i mostri marini. Ebbene se vi dovesse capitare di visitare Positano, dopo le scale che portano al sagrato della Chiesa Madre, non lasciatevi distrarre dallo splendido mare guardate in alto, in direzione del campanile e farete un viaggio fantastico nel XII secolo. Infatti sotto il campanile è posizionata una lastra di marmo bianco, un bassorilievo rettangolare, alto 90 cm e lungo 235. Su questa lastra, che prima fungeva da pietra tombale nel pavimento della cappella del SS Sacramento, è raffigurato il "pistrice immane". Il mostro ha una testa canina, le fauci spalancate mordono uno dei sette pesci ( sette numero magico) che lo circondano, mentre in basso cerca di fare altrettanto una volpe, simbolo della cattiveria e della tentazione per i Cristiani nel Medioevo. Il pistrice ha grosse zampe anteriori con lunghi artigli da uccello rapace, mentre la parte posteriore è formata dalle lunghe spire di un serpente con la coda rastremata. In realtà il pistrice di Positano non è l'unica testimonianza iconografica di questo mostro marino presente sul territorio, Antonio Parlato in questo saggio illustra con dovizia di particolari molte altre raffigurazioni presenti nelle chiese di Praiano, Sorrento, Ravello, Gaeta, Alatri, Capua, Palermo, Napoli e Parigi  a sottolineare l'importanza di questa figura marina che è certamente legata non solo alla mitologia classica ma anche alla simbologia cristiana in particolar modo alla figura biblica di Giona. Nel saggio vengono quindi analizzate analogie e differenze con altri mostri marini come gli innumerevoli bestiari che sono documentati dagli studiosi nelle opere di classici come Omero,Virgilio e Dante. Infine in questo lungo elenco non vanno dimenticati i mostri  della grande letteratura filosofica o d'intrattenimento come il Leviatano di Thomas Hobbes, il Cola Pesce di Miguel de Cervantes e il Pesce-cane di Carlo Collodi. Un'ultima curiosità raccontata dallo stesso Antonio Parlato nella postfazione, mentre andava in stampa questo libro sul pistrice il 24 agosto 2009 veniva pescato nello specchio d'aqua antistante Praiano "un mostro marino", una creatura mai vista prima dai pescatori locali, in seguito il prof. Roberto Sandulli dell'Università Perthenope di Napoli accertò che si trattava di uno Zu-Cristatus, predatore delle profondità marine, come a dire quando la realtà supera la fantasia.Il ritrovamente ebbe vasta eco anche sulla stampa internazionale, ai più curiosi suggerisco un articolo che è ancora possibile leggere on line sul dorso del Corriere della Sera, Corriere del Mezzogiorno, a firma del giornalista Michele Cinque.

di Luigi De Rosa

Zu-Cristatus pescato in Costiera Amalfitana il 24 agosto 2009





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