10 ott 2010

Benenati niños



“ La Miniera “

Lo sguardo fisso verso la parete,
le mani congiunte che rigirano i pollici,
un’attesa paziente e rassegnata.
Chissà cosa vede in quella parete grigia di ospedale…
Forse 400 metri sottoterra, come ogni giorno;
una gabbia arrugginita dal tempo,
una discesa verso le viscere più profonde.
Lo sguardo che si incrocia con quello dei compagni,
segnati dalla fatica, silenziosi…
Non c’è un sorriso sul loro volto,
ma solo scura polvere che ricopre il viso;
solo gli occhi risaltano in quell’ambiente ostile,
occhi tristi, melanconici, segnati da una vita ingrata
Non esistono stagioni sottoterra,
le giornate sono uguali tutto l’anno,
illuminate solo da vecchie lampade a carburo
offuscate dalla polvere di piombo e zinco.
Una vita di sacrifici e stenti,
senza conoscere la luce del sole,
solo terra e pietre da scavare,
da caricare sui vagoni spinti a braccia,
fino ai nastri di risalita…
Prego, si accomodi, tocca a lei…
Di colpo la realtà lo abbraccia,
in quell’anonimo ambulatorio d’ospedale,
per sentirsi dire ciò che dentro sé immaginava :
eh, già, 40 anni passati in galleria,
in tasca gli ha messo ciò che l’ha portato via...

dal Blog sardegnanel cuore di Alessandro

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