Il mio cadavere
di Francesco Mastriani
pagine 313 Rusconi € 12,90
Francesco Mastriani noi Carottesi lo immaginiamo seduto ai tavolini
del Gran Caffè Marianiello, con i suoi iseparabili appunti, libri, scartoffie,
perso nei suoi pensieri ad inseguire idee e nuovi personaggi, mentre tutto intorno, nella Gran Piazza, era un via vai di carri e carret
ti , cavalli e muli. L'odore dei limoni e delle arance si mescolava a quello del caffè, lo scalpiccio degli zoccoli faceva da contrappunto al vociare incessante dei commercianti nell'adiacente mercato, dove la gente di mare e quella di terra,contrattavano il prezzo della frutta, dell'olio,delle noci e dei formaggi. Le donne di Cassano vendevano il pescato, mentre commesse e Signore tentavano di strappare il prezzo migliore delle calze di seta fatte nei casali del Piano che poco avevano da invidiare a quelle francesi. Mastriani, interrompeva ogni tanto la stesura di quello che poi diverrà il suo capolavoro "la cieca di Sorrento", cercando ispirazione in un volto, in uno sguardo fra i tanti che incrociavano i suoi occhi sognanti nel Gran Caffè.Chissà se all'epoca non scambiò quattro chiacchiere con il medico Domenico Cota , sindaco di Piano, magari per chiarimenti sull'upas il veleno che userà nel suo diabolico piano criminoso Daniele il protagonista del "Il mio cadavere"magari per rendere più realistica la descrizione degli accadimenti con qualche dritta scientifica fornitagli dal preparatissimo medico carottese. Dunque nel romanzo "Il mio cadavere" Francesco Mastriani narra la drammatica ascesa e caduta di un giovane pianista napoletano Daniele De Rimini, trovatello sottratto alla fame e alla morte da uno stradiere,Giacomo Fritzheim, che lo crescerà amandolo come uno dei suoi figli. Daniele De Rimini, però si rivelerà un mostro di irriconoscenza, mosso soprattutto
ti , cavalli e muli. L'odore dei limoni e delle arance si mescolava a quello del caffè, lo scalpiccio degli zoccoli faceva da contrappunto al vociare incessante dei commercianti nell'adiacente mercato, dove la gente di mare e quella di terra,contrattavano il prezzo della frutta, dell'olio,delle noci e dei formaggi. Le donne di Cassano vendevano il pescato, mentre commesse e Signore tentavano di strappare il prezzo migliore delle calze di seta fatte nei casali del Piano che poco avevano da invidiare a quelle francesi. Mastriani, interrompeva ogni tanto la stesura di quello che poi diverrà il suo capolavoro "la cieca di Sorrento", cercando ispirazione in un volto, in uno sguardo fra i tanti che incrociavano i suoi occhi sognanti nel Gran Caffè.Chissà se all'epoca non scambiò quattro chiacchiere con il medico Domenico Cota , sindaco di Piano, magari per chiarimenti sull'upas il veleno che userà nel suo diabolico piano criminoso Daniele il protagonista del "Il mio cadavere"magari per rendere più realistica la descrizione degli accadimenti con qualche dritta scientifica fornitagli dal preparatissimo medico carottese. Dunque nel romanzo "Il mio cadavere" Francesco Mastriani narra la drammatica ascesa e caduta di un giovane pianista napoletano Daniele De Rimini, trovatello sottratto alla fame e alla morte da uno stradiere,Giacomo Fritzheim, che lo crescerà amandolo come uno dei suoi figli. Daniele De Rimini, però si rivelerà un mostro di irriconoscenza, mosso soprattuttodall'ambizione e dall'amore cieco per la sensuale Emma, figlia del Duca di Gonzalvo, nobile spagnolo in esilio a Napoli. Per arrivare a Emma e per diventare milionario Daniele però dovrà aver cura di un cadavere! E il cadavere sarà la sua rovina!
di Luigi De Rosa
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