
Le onde colpivano lo scafo incessantemente, cazzotti in pieno volto, jab destro e sinistro, gancio destro e poi montante sinistro a stordirti. Upper cut infiniti d'acqua salata colpivano rabbiosi, senza pietà, e tu, niente,impotente, sbattuto sul ring della vita a resistere sul ponte di una nave. Un freddo micidiale ed un mare infernale, quel lontano dicembre del 1981, mi riempivano di sconforto l'anima; lo avevo detto ad Hans: “maledetta vita la nostra, anni interi su quest'acqua amara e pochi giorni a terra per carpire affetto a una moglie ed a dei figli che ti guardano di anno in anno, di imbarco in imbarco, come uno sconosciuto, “vorrei farla finita!”,” ma non so fare altro che governare una nave!”
Poi , d'improvviso, quel gracchiare sommesso e sempre più insistente della radio:” SHIP ON MY PORTSIDE COME IN… THIS IS A MAY-DAY CALL…” Venisti tu,Hans(secondo ufficiale ) ad avvisarmi”:”Herr Commander Dieter Hohle una nave è in difficoltà… Comandante ,una nave italiana ha lanciato il may-day...…”
Mi precipitai sul ponte di comando, calcolai il tempo che rimaneva :”quaranta minuti e siamo lì” (Dio dammi di più!, pensai,gridai, pregai... )
Arrivammo che la Marina d'Aequa era lì, fuscello di metallo in un inferno salato, ago di bussola alla deriva senza più né nord né sud, il rumore di un aereo ci fece sperare in soccorsi che non giunsero mai in tempo,…non furono ali d'angelo a sorvolare i sogni, le speranze e il futuro di quei trenta marinai sorrentini, ma quelle impotenti di un semplice aereo militare francese!
A mio parere Signor giudice il mare inghiottì quella nave in venti, trenta secondi.…
Vidi il fanale rosso di sinistra e quello di maestra ancora accesi e poi delle luci nei locali sparire nell'oscurità… in quel mare di pece, vidi quelle luci affievolirsi a poco a poco e poi sparire nella notte che non prevede il sorgere di una futura alba, le onde cucirono il sudario d'acqua che finì per inghiottire tutto e tutti.
Pensai alla luce che brilla negli occhi di una madre a cui danno il batuffolo di carne appena partorito ed alla luce che si spense negli occhi delle madri alle quali comunicarono che quel figlio non l'avrebbero più visto. Pensai al figlio e alla figlia,alle mogli che aspettano con gioia, timore e trepidazione il padre e marito che scende dalla scaletta a fine imbarco ed alla solitudine di quella scaletta vuota,poggiata sul fianco della nave…non scenderà più nessuno.
In ricordo dei trenta marinai della nave Marina d'Aequa affondata al largo del Golfo di Biscaglia il 29 dicembre 1981
di Luigi De Rosa
Poi , d'improvviso, quel gracchiare sommesso e sempre più insistente della radio:” SHIP ON MY PORTSIDE COME IN… THIS IS A MAY-DAY CALL…” Venisti tu,Hans(secondo ufficiale ) ad avvisarmi”:”Herr Commander Dieter Hohle una nave è in difficoltà… Comandante ,una nave italiana ha lanciato il may-day...…”
Mi precipitai sul ponte di comando, calcolai il tempo che rimaneva :”quaranta minuti e siamo lì” (Dio dammi di più!, pensai,gridai, pregai... )
Arrivammo che la Marina d'Aequa era lì, fuscello di metallo in un inferno salato, ago di bussola alla deriva senza più né nord né sud, il rumore di un aereo ci fece sperare in soccorsi che non giunsero mai in tempo,…non furono ali d'angelo a sorvolare i sogni, le speranze e il futuro di quei trenta marinai sorrentini, ma quelle impotenti di un semplice aereo militare francese!
A mio parere Signor giudice il mare inghiottì quella nave in venti, trenta secondi.…
Vidi il fanale rosso di sinistra e quello di maestra ancora accesi e poi delle luci nei locali sparire nell'oscurità… in quel mare di pece, vidi quelle luci affievolirsi a poco a poco e poi sparire nella notte che non prevede il sorgere di una futura alba, le onde cucirono il sudario d'acqua che finì per inghiottire tutto e tutti.
Pensai alla luce che brilla negli occhi di una madre a cui danno il batuffolo di carne appena partorito ed alla luce che si spense negli occhi delle madri alle quali comunicarono che quel figlio non l'avrebbero più visto. Pensai al figlio e alla figlia,alle mogli che aspettano con gioia, timore e trepidazione il padre e marito che scende dalla scaletta a fine imbarco ed alla solitudine di quella scaletta vuota,poggiata sul fianco della nave…non scenderà più nessuno.
In ricordo dei trenta marinai della nave Marina d'Aequa affondata al largo del Golfo di Biscaglia il 29 dicembre 1981
di Luigi De Rosa
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